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Dalla selezione effettuata si evince come la scoperta del tempo in musica, una circostanza presente già nella coscienza filosofica greca, qui venga usata ad usi sperimentali: la lunghezza o brevità di un apparato temporale o le possibili manifestazioni del "tempo", rese in linguaggi e forme musicali differenti possono celare o sollecitare una scoperta, perché puntano all'emersione di suoni nuovi, intrappolati nella microtonalità o nelle variazioni/ripetizioni della musica. I tre autori sentono di proporre una loro storia d'ascolto e cercare una condivisione con i lettori attraverso un'opportuna attività di cernita delle relazioni immaginative indotte dalla percezione: in Being Time sembrano indispensabili antecedenti i volumi di Jonathan Kramer e Maurice Merleau-Ponty in merito ai significati e alle fenomenologie della musica e, sebbene l'analisi corra il rischio di tediare un lettore che è solo interessato ad acquisire notizie, non è secondario il fatto che si ponga come materia di spunto per una conclusiva informazione sulla temporalità sperimentale, costruita con metodologie che hanno poco a che fare con le tradizionali correnti della musica classica. Chi segue con frequenza le pubblicazioni discografiche dell'etichetta inglese Another Timbre o Erstwhile R. è conscio di una costante divulgazione di una musica che si irradia nei territori del riempimento del silenzio e di un minimalismo spurio o, meglio ancora, considerato riduzionismo imposto su partiture e quantità di note: tutto questo viene visto come un canale di sviluppo eccellente della musica dei prossimi anni poiché molti compositori sperano di trovare ancora negli oggetti, nello spazio o nella matematica inoltrata nei suoni parziali (quelli non visibili su una tastiera di un pianoforte) un raggio d'azione per riscoprire una solida linea di ripristino della bellezza della musica, anche in chiave spirituale, dove la temporalità può fare la sua egregia parte. Being time invita, quantomeno, all'ascolto dei pezzi segnalati e a riconoscere la loro consistenza sul piano delle strutture soniche, dando credito alla validità di processi di composizione su cui alcuni, ancora inspiegabilmente, nutrono dubbi.