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Per rendersi conto degli splendidi progressi fatti da Cacciatore, basterà rivolgersi in prima istanza alla commissione di Tamonontamo, una composizione per 4 voci che cantano nell'interno di flauti, un coro aggiuntivo di 24 elementi, più live electronics: è l'occasione per applicare sintesi e spazializzazioni da un complesso prodotto fuoriuscito come commissione del Choir Le Cris de Paris, che mette assieme dimensioni distorte dei timbri vocali, frammenti o fonemi di vocalità che paiono ripescaggi di madrigali o di corali del novecento atonale (con una loro minima rilevanza armonica), un trattamento informatico di alcuni suoni registrati dalla vita quotidiana (in casa, sulla metro, per strada, nelle chiese, etc.) e un trattamento equilibrato dell'elettronica, che agisce su tutte le variabili. Non c'è dubbio che Cacciatore raggiunga l'obiettivo di un rinnovato campo d'azione, un "carcere d'invenzione" molto differente da quello di Ferneyhough: "...le corps de la flute modifie le timbre et estompe les aspects les plus romantiques (ou lyriques) de la voix pour dévoiler une forme d'expressivité; quant à l'écriture, elle se plie aux contraintes créées par cette prison meme..." (Cacciatore, note de programme).
La completa maturità è arrivata con Lost in feedback, un pezzo di 31 minuti per vibrafono elettrico, percussioni, stage performer e live electronics, appaltato all'Ensemble Hanatsu Miroir: l'idea è quella di costruire un particolare stadio di teatro musicale, uno che rimette il suo successo alla fase esecutiva, che ne costituisce nucleo centrale (la puoi vedere qui, preceduta da Corpo d'aria, una composizione per flauto basso e live electronics lavorata per una versione dal vivo); la circostanza di usare più mezzi e più concatenamenti tra elementi musicali, acustici e artistici, è il dettaglio non trascurabile di una composizione garantita dai particolari gesti od azioni dei musicisti e degli improvvisatori al disegno, che convivono nell'involucro di un prodotto che gode dalle provvidenze del live electronics e di una studiata rete di microfonazione per gli strumenti e per il palco. Cacciatore ha scoperto parecchie cose mettendo in relazione estensioni, oggetti a contatto con le parti fisiche degli strumenti e risposte dei trasduttori piezoelettrici, e le ha messe al servizio di una sua forma musicale, potente e includente, dove far rientrare pillole di teatro e un'inconsueta improvvisazione pittorica (viene preparata una tela su una parte del palco). Molti hanno fatto notare la vicinanza dell'elettronica usata da Cacciatore a quella della techno music, ma personalmente l'ascolto plurimo di Lost in feedback mi proietta più in una sorta di industrial music di origini europee ma spostata nel baricentro di genere, movimentazione riverberante e sotterranea che si presenta però nel dominio di un compositore di estrazione classica.
La musica di Cacciatore è naturalmente esposta sul versante del "misto", ossia di una partitura che integra la tecnica con la tecnologia, ponendosi nell'ottica di un miglioramento del rapporto esistente tra compositore e macchine del potenziamento del suono. Tutto ciò che è stato fatto sulle tecniche estensive e performative, sulle proiezioni del suono negli spazi e verso le superfici, sembra voler aggredire uno spazio apparente, un ulteriore spazio che si crea nella sommatoria di ciò che la nostra immaginazione registra come moltiplicata capacità strumentale. Suoni ascoltati come estensioni complesse della musica, soluzioni che tendono all'aumento dei volumi compositivi, in cerca di quell'agognata identità strutturale.