Quasi a sorpresa, parte l'iniziativa solista del chitarrista/cantante degli Anathema Daniel Cavanagh, colui che assieme a suo fratello Vincent, anche lui chitarrista/cantante, è stato fondatore della band madre.
Il punto è questo: gli Anathema sono stati certo tra i numi tutelari del cosiddetto genere Doom/Gothic Metal, ma con il tempo sono diventati una band parecchio atipica nel panorama Metal internazionale, raggiungendo vette compositive importanti con le loro puntate nel prog ed un linguaggio musicale estremamente eclettico e personale. Su cosa vertirà questo progetto solista del solo Daniel? Quale tassello importante aggiungerà alla propria attività musicale? Ce ne siamo sincerati assistendo alla data romana del suo Monochrome tour 2018. L'album appena uscito, Monochrome appunto, è straordinariamente eclettico quanto intimista, direi quasi spirituale. Su cosa punta Daniel, dal vivo, per promuovere l'album in questione? Sul "One Man Show", ovvio. Il nostro sale sul palco completamente da solo, senza orpelli, semplicemente con la propria chitarra acustica a tracolla ed una limitata pedaliera di effetti di fronte a lui, che gli garantisce completa autonomia di esecuzione, con loops ed effetti annessi e connessi. Ma soprattutto, a fronte di una setlist (totalmente improvvisata, a quanto pare, e addirittura in parte richiesta dal pubblico) di brani degli Anathema in versione acustica, tre o quattro covers e giusto un paio di songs tratte dal suo album solista (ho apprezzato molto "The Exorcist"), Daniel ha scelto di esibirsi in locali medio-piccoli, pur accoglienti ed ottimamente attrezzati come il noto club "Wishlist" della data romana, per cercare fortemente il contatto con il pubblico, per far partecipare gli spettatori attivamente allo show, a volte girando il microfono verso di noi per i cori... vi assicuro che il pubblico attento, ovviamente in gran parte composto da fans degli Anathema, non non s'è certo risparmiato nello scambio di energie e vibrazioni con l'artista.
Anche quelle canzoni degli Anathema che il sottoscritto non conosceva, sono state facili da imparare al momento per partecipare ai cori. La solida dimensione artistica mostrata da Cavanagh sul palco è di stampo acustico ed intimista e, ciò nonostante, il nostro è stato capace di costruire sul palco diversi strati di loop (anche con differenti tipologie di suoni, pur partendo tutto dalla sua chitarra acustica) per far spiccare le migliori canzoni degli Anathema anche in questa veste ineditamente "semi-unplugged". E stiamo parlando di classici come "Were You There", "Lost Control" e il classicone "Flying". Una cosa che voglio sottolineare oltremodo è la seguente: oltre alla voce e all'accompagnamento variegato, Cavanagh è stato comunque capace di profondersi in assoli di chitarra dal feeling indiscusso. Ed è una cosa che ho personalmente apprezzato moltissimo, da chitarrista. Il talento artistico di Daniel Cavanagh si tocca con mano in questa dimensione intimista, e lo scambio/partecipazione con il pubblico ha qualcosa di fortemente "spirituale". Da premettere che molte canzoni scelte per lo show sono arrangiate con una struttura molto "mantrica", permettendo a Daniel di comporre sul momento i loops mentre viene accompagnato dal pubblico che in due o tre battute ha imparato il testo del refrain e riesce perfettamente ad andare a tempo mentre lui lavora all'arricchimento dell'accompagnamento.
Fanno anche parte dello show i gesti di Daniel per richiedere il silenzio, mentre è impegnato in un loop piuttosto impegnativo, e l'improvvisa esortazione ai cori. Questi sono tutti elementi con cui lo show in questione viene reso "collettivo", ed è la prima volta che mi capita di assistere/partecipare ad una cosa del genere. Riuscita perfettamente tra l'altro, nonostante alcuni piccolissimi problemi tecnici nella creazione dei loops, comunque gestiti senza agitazione e risolti in pochi secondi (beh è pur sempre il bello della diretta). Anche le covers scelte, in un modo o nell'altro, sono sulla stessa linea d'onda. Il concerto ha inizio con "High Hopes" dei Pink Floyd, e vi assicuro che non può esserci stato inizio migliore. E' presente sul palco anche un pianoforte, usato sporadicamente, ma miratamente: il nostro lo ha impiegato per una cover "only piano and voice" del classico "Enjoy The Silence" dei Depeche Mode. Incredibilmente un buon successo ha riscosso poi la versione acustica, lenta e soffusa, di "Wasted Years" degli Irons. Sì, avete capito. Proprio "Wasted Years". Daniel ci dimostra in questo modo che quando la canzone è davvero bella, può esser tradotta in qualunque altra veste musicale senza perdere il suo fascino. E da fan degli Irons, posso ammettere che è stato davvero interessante. Nelle pause tra canzone e canzone, Daniel ha giustamente avuto il tempo e il piacere di dialogare con il pubblico, per raccontare ad esempio la triste storia della madre che ha fatto scaturir fuori il brano "Where You There", per elogiare il cibo italiano (figurati se non lo faceva), e... insomma si è goduto la dimensione ridotta da locale medio-piccolo.
Seppur, almeno in un paio di momenti, accorgendosi di diventare un po' logorroico, è stato costretto a chiedere "oh ma non è che sto andando troppo avanti con le chiacchiere e voi volete ascoltare la musica? Ditelo eh..." scatenando l'ilarità nel pubblico. Ma si sa, anche questo è il bello dei concerti più "intimisti", e se Daniel Cavanagh stava cercando proprio questo, dopo il gran successo degli Anathema... beh l'ha trovato, e data la sua popolarità con il gruppo madre, ha avuto possibilità di gestirlo abbastanza bene. Credo che parecchi fans degli Anathema siano accorsi a vedere questo spettacolo da diverse parti d'Italia, segno di quanto la sua popolarità da leader degli Anathema persista, e di quanto la fan base italiana di fedelissimi (giovani o meno) sia accanita. Ho contato ad occhio diverse centinaia tra ragazze e ragazzi. E anch'io, assieme a loro, all'una di notte, me ne torno a casa un po' più arricchito, da fan della musica e da musicista. Un ringraziamento a Daniel stesso che si è fermato poi senza problemi a dialogare con noi fans fuori dal locale, e soprattutto alle mitiche Simona Rongione e Floriana Ausili della Dark Veil Productions, che hanno organizzato lo show ottimamente (in collaborazione anche con Aftermath Music), portandoci un grande artista a suonare dal vivo in uno dei migliori locali di Roma. Un risultato eccellente, ragazze. Sono fermamente convinto che se non ci fosse chi organizza in modo così solerte (soprattutto al Centro-Sud, e con questi risultati!!!), certi artisti potremmo davvero sognarceli su suolo nazionale. Credo sia importante esortarvi a continuare così.
Il punto è questo: gli Anathema sono stati certo tra i numi tutelari del cosiddetto genere Doom/Gothic Metal, ma con il tempo sono diventati una band parecchio atipica nel panorama Metal internazionale, raggiungendo vette compositive importanti con le loro puntate nel prog ed un linguaggio musicale estremamente eclettico e personale. Su cosa vertirà questo progetto solista del solo Daniel? Quale tassello importante aggiungerà alla propria attività musicale? Ce ne siamo sincerati assistendo alla data romana del suo Monochrome tour 2018. L'album appena uscito, Monochrome appunto, è straordinariamente eclettico quanto intimista, direi quasi spirituale. Su cosa punta Daniel, dal vivo, per promuovere l'album in questione? Sul "One Man Show", ovvio. Il nostro sale sul palco completamente da solo, senza orpelli, semplicemente con la propria chitarra acustica a tracolla ed una limitata pedaliera di effetti di fronte a lui, che gli garantisce completa autonomia di esecuzione, con loops ed effetti annessi e connessi. Ma soprattutto, a fronte di una setlist (totalmente improvvisata, a quanto pare, e addirittura in parte richiesta dal pubblico) di brani degli Anathema in versione acustica, tre o quattro covers e giusto un paio di songs tratte dal suo album solista (ho apprezzato molto "The Exorcist"), Daniel ha scelto di esibirsi in locali medio-piccoli, pur accoglienti ed ottimamente attrezzati come il noto club "Wishlist" della data romana, per cercare fortemente il contatto con il pubblico, per far partecipare gli spettatori attivamente allo show, a volte girando il microfono verso di noi per i cori... vi assicuro che il pubblico attento, ovviamente in gran parte composto da fans degli Anathema, non non s'è certo risparmiato nello scambio di energie e vibrazioni con l'artista.
Anche quelle canzoni degli Anathema che il sottoscritto non conosceva, sono state facili da imparare al momento per partecipare ai cori. La solida dimensione artistica mostrata da Cavanagh sul palco è di stampo acustico ed intimista e, ciò nonostante, il nostro è stato capace di costruire sul palco diversi strati di loop (anche con differenti tipologie di suoni, pur partendo tutto dalla sua chitarra acustica) per far spiccare le migliori canzoni degli Anathema anche in questa veste ineditamente "semi-unplugged". E stiamo parlando di classici come "Were You There", "Lost Control" e il classicone "Flying". Una cosa che voglio sottolineare oltremodo è la seguente: oltre alla voce e all'accompagnamento variegato, Cavanagh è stato comunque capace di profondersi in assoli di chitarra dal feeling indiscusso. Ed è una cosa che ho personalmente apprezzato moltissimo, da chitarrista. Il talento artistico di Daniel Cavanagh si tocca con mano in questa dimensione intimista, e lo scambio/partecipazione con il pubblico ha qualcosa di fortemente "spirituale". Da premettere che molte canzoni scelte per lo show sono arrangiate con una struttura molto "mantrica", permettendo a Daniel di comporre sul momento i loops mentre viene accompagnato dal pubblico che in due o tre battute ha imparato il testo del refrain e riesce perfettamente ad andare a tempo mentre lui lavora all'arricchimento dell'accompagnamento.
Fanno anche parte dello show i gesti di Daniel per richiedere il silenzio, mentre è impegnato in un loop piuttosto impegnativo, e l'improvvisa esortazione ai cori. Questi sono tutti elementi con cui lo show in questione viene reso "collettivo", ed è la prima volta che mi capita di assistere/partecipare ad una cosa del genere. Riuscita perfettamente tra l'altro, nonostante alcuni piccolissimi problemi tecnici nella creazione dei loops, comunque gestiti senza agitazione e risolti in pochi secondi (beh è pur sempre il bello della diretta). Anche le covers scelte, in un modo o nell'altro, sono sulla stessa linea d'onda. Il concerto ha inizio con "High Hopes" dei Pink Floyd, e vi assicuro che non può esserci stato inizio migliore. E' presente sul palco anche un pianoforte, usato sporadicamente, ma miratamente: il nostro lo ha impiegato per una cover "only piano and voice" del classico "Enjoy The Silence" dei Depeche Mode. Incredibilmente un buon successo ha riscosso poi la versione acustica, lenta e soffusa, di "Wasted Years" degli Irons. Sì, avete capito. Proprio "Wasted Years". Daniel ci dimostra in questo modo che quando la canzone è davvero bella, può esser tradotta in qualunque altra veste musicale senza perdere il suo fascino. E da fan degli Irons, posso ammettere che è stato davvero interessante. Nelle pause tra canzone e canzone, Daniel ha giustamente avuto il tempo e il piacere di dialogare con il pubblico, per raccontare ad esempio la triste storia della madre che ha fatto scaturir fuori il brano "Where You There", per elogiare il cibo italiano (figurati se non lo faceva), e... insomma si è goduto la dimensione ridotta da locale medio-piccolo.
Seppur, almeno in un paio di momenti, accorgendosi di diventare un po' logorroico, è stato costretto a chiedere "oh ma non è che sto andando troppo avanti con le chiacchiere e voi volete ascoltare la musica? Ditelo eh..." scatenando l'ilarità nel pubblico. Ma si sa, anche questo è il bello dei concerti più "intimisti", e se Daniel Cavanagh stava cercando proprio questo, dopo il gran successo degli Anathema... beh l'ha trovato, e data la sua popolarità con il gruppo madre, ha avuto possibilità di gestirlo abbastanza bene. Credo che parecchi fans degli Anathema siano accorsi a vedere questo spettacolo da diverse parti d'Italia, segno di quanto la sua popolarità da leader degli Anathema persista, e di quanto la fan base italiana di fedelissimi (giovani o meno) sia accanita. Ho contato ad occhio diverse centinaia tra ragazze e ragazzi. E anch'io, assieme a loro, all'una di notte, me ne torno a casa un po' più arricchito, da fan della musica e da musicista. Un ringraziamento a Daniel stesso che si è fermato poi senza problemi a dialogare con noi fans fuori dal locale, e soprattutto alle mitiche Simona Rongione e Floriana Ausili della Dark Veil Productions, che hanno organizzato lo show ottimamente (in collaborazione anche con Aftermath Music), portandoci un grande artista a suonare dal vivo in uno dei migliori locali di Roma. Un risultato eccellente, ragazze. Sono fermamente convinto che se non ci fosse chi organizza in modo così solerte (soprattutto al Centro-Sud, e con questi risultati!!!), certi artisti potremmo davvero sognarceli su suolo nazionale. Credo sia importante esortarvi a continuare così.
Alessio Secondini Morelli